TERAMO – Un carico Leo Gullotta ha aperto oggi a Teramo la Stagione di Prosa della Primo Riccitelli e presentato lo spettacolo shakespiriano in scena stasera al Comunale "Le allegre comari di Windsor". Non ha voluto essere chiamato "maestro" Gullotta che ha sottolineato il suo voler rimanere persona semplice pur avendo "compiuto 50 anni di spettacolo", "i maestri sono a scuola – ha detto Gullotta – io sono Leo, datemi del Leo". E’ la seconda volta che l’artista calca la scena teramana, al Comunale approdò con "L’uomo, la Bestia e le Virtù" e già da allora, ha dichiarato, serba il ricordo di una tera dolce, che osserva, un pubblico attento e che vuole crescere. Gullotta ha poi parlato del linguaggio del teatro e di quello della televisione, usata quest’ultima troppo spesso per abbassare il livello, "per confondere Cristo con Maria" come ha detto l’artista che ha poi sottolineato l’importanza della ricerca per le nuove generazioni. "I sogni dei giovani non vanno cancellati, i sogni devono restare in una mano, con l’altra bisogna combattere per raggiungerli – ha detto infine Gullotta – in Italia invece si continua a tagliare fondi alla ricerca, questa significa solo che viviamo in Paese che non crede nei suoi giovani". L’attore sarà domani alle 10 nella Facoltà di Scienze della Comunicazione per partecipare alla giornata organizzata per accogliere le nuove matricole. Alle ore 12.00 Leo Gullotta parlerà di “Comunicazione: tra arte, vita e professione”.
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